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L'apprendistato in Italia

Mercato del lavoro -
14 maggio 2008


L'apprendistato in Italia

L'Italia è un paese che, in generale, fa sognare. E' solo che noi svizzeri, in materia di educazione, non abbiamo niente da invidiare. Vorrei parlare brevemente dei problemi che i giovani possono trovarsi ad affrontare una volta terminato il ciclo di studi obbligatori. Quali opportunità hanno? La scelta sembra, a prima vista, molto semplice: andare all'estero qualche mese, proseguire gli studi o fare apprendistato. Vediamo da vicino ciascuna di queste possibilità:

Andare all'estero per qualche mese: L'idea è accattivante, è solo che, nel Sud Italia in particolare, non è considerata né una priorità, né un'abitudine. C'è molta preoccupazione riguardo al fatto di collocarsi troppo tardi sul mercato. Questo timore, a seconda del settore scelto, è giustificato; i giovani che partono lo fanno, in generale, in due o in tre, raramente da soli!

Proseguire gli studi: Ecco la situazione meno originale, ma senz'altro la più auspicabile. In effetti, dopo gli anni di dedicati alla scuola dell'obbligo, il percorso logico da seguire sarebbe quello di andare avanti con la maturità e l'università.

Cominciare un apprendistato: per i giovani che non desiderano proseguire gli studi è l'opportunità migliore: Solo che, ecco le dolenti note, non esiste una formazione del tipo di quella conosciuta da noi.

Perché il governo italiano promuove così poco questa possibilità?

A tale proposito ho preso spunto dal sito dell'Isolf in cui viene spiegato che l'apprendistato è un istituto contrattuale a carattere formativo previsto per l'ingresso nel mercato del lavoro dei giovani fino a 29 anni. Si concretizza in un rapporto di lavoro dipendente, disciplinato dalla legge 21 196/197 e, recentemente, dal decreto legislativo n.276 del 2003. L'apprendistato copre appena più dell'1,5%, mentre, per quanto riguarda i giovani, tocca più o meno l'8%. Questa modesta performance è dovuta principalmente a due fattori concomitanti: il primo è che, trattandosi di un contratto a durata determinata, è ritenuto poco rassicurante; il secondo è che un apprendista può essere licenziato senza problemi, in qualsiasi momento. Inoltre sono pochissimi i settori in cui è data tale possibilità. Mi sono successivamente rivolto a Marilena Berardo, direttore alla Camera di Commercio Italiana a Ginevra, che mi ha effettivamente confermato i problemi che si trovano ad affrontare le persone che non vogliono proseguire un percorso di studi. Ha tuttavia aggiunto: "Sono convinta anche le cose stanno cambiando e questo soltanto e soprattutto perché sempre più giovani desiderano vivere delle esperienze lavorative all'estero".

Speriamo che la Signora Berardo abbia ragione! Per gli italiani che hanno finito le scuole dell'obbligo e che non vogliono continuare gli studi, questo sistema risolverebbe i loro problemi e le ripercussioni in positivo non tarderebbero a farsi sentire anche sull'economia, che ne ha terribilmente bisogno!

 

RS
Traduction: Sabrina Tursi

 

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